Qualcuna non ne vuole più sapere di mimose

marzo 8, 2017

Poesie

quill-pen-and-inkwell-icon-psd-45779
– Poesie –

 

sirenaMentre marciamo e marciamo nella bellezza del giorno,
un milione di cucine annerite, mille lucernari di fabbriche grige,
sono inondate da tutto il fulgore che un sole improvviso dischiude,
per chi ci ascolta cantiamo: “Pane e rose! Pane e rose!”
Mentre marciamo e marciamo, noi ci battiamo anche per gli uomini,

perchè sono figli di donna, e noi le loro madri.
Le nostre esistenze non saranno sfruttamento
dalla nascita sino alla tomba.
I cuori patiscono la fame come i corpi,
dateci il pane, ma dateci anche le rose!

James Oppenheim, Il pane e le rose

Nota di Marilena Lucente: Quest’anno non prenderò parte, come relatrice, a nessuna delle manifestazioni dedicate all’otto marzo. Grazie a chi mi ha invitato, ma non ho niente da aggiungere a quello che ho detto in altre circostanze. (ho fatto solo una eccezione per una giovanissima giornalista che ieri ha voluto intrevistarmi).Ho invece molta voglia di ascoltare, vedere, capire quello che altre donne, piene di storie, visioni, utopie, hanno da raccontare. Molte di loro sono anche mie preziose amiche. Qualcuna leggerà un brano di un romanzo, un’altra stasera esporrà ad una mostra, un’altra ancora ballerà. Cosè l’otto marzo? Qualcuna non ne vuole più sapere di mimose, ci si arrabbia quando si usa la dizione festa, dicono che andiamo celebrate tutto l’anno. E’ una data simbolica. Gli esseri umani hanno bisogno di simboli, e di giorni che diano loro spessore, significato, visibilità. E’ una data che ricorda l’inizio di un percorso di emancipazione che ancora non ha avuto fine. E’ un momento per guardarci indietro e ringraziare chi ha lottato per noi. Per spalancare occhi mente cuore e dire a noi stesse dov’è che vogliamo andare.
Libere, più di tutto.

Comments are closed.