– Poesie –
maggio 3, 2020
Commenti disabilitati su BONGIORNO, RO!…
BONGIORNO, RO!…
Rosa, si chiove ancora
nun t’ammalincunì,
ca d’ ‘o bontiempo ll’ora
sta prossema a venì.
Nun vide? ‘E luce ‘e sole
lucene ‘e st’acqua ‘e file;
è ‘a morte d’ ‘e vviole,
so’ ‘e lacreme d’abbrile.
Ma mo cchiù ffresca e ffina
ll’aria se torna a fa’…
Meh!… A st’aria d’ ‘a matina,
Rosa, te puo’ affaccià.
Aràpe ‘e llastre: aràpe
sta vocca piccirella
addò sulo ce cape
nu vaso o na resella,
canta: chist’ è ‘o mumento;
tu cante e io, chiano chiano,
mme faccio ‘a barba e sento,
cu nu rasulo mmano.
E penzo: “’A i’ ccà; s’affaccia…
Mm’ ha visto… Mme saluta…”.
E c’ ‘o sapone nfaccia
dico: – Bongiorno, Ro’!….
Salvatore Di Giacomo
aprile 4, 2020
Commenti disabilitati su Adesso lo sappiamo quanto è triste stare lontani un metro
Questo ti voglio dire
ci dovevamo fermare.
Lo sapevamo. Lo sentivamo tutti
ch’era troppo furioso
il nostro fare. Stare dentro le cose.
Tutti fuori di noi.
Agitare ogni ora – farla fruttare.
Ci dovevamo fermare
e non ci riuscivamo.
Andava fatto insieme.
Rallentare la corsa.
Ma non ci riuscivamo.
Non c’era sforzo umano
che ci potesse bloccare.
… omissis
Una voce imponente, senza parola
ci dice ora di stare a casa, come bambini
che l’hanno fatta grossa
… omissis
Adesso lo sappiamo quanto è triste
stare lontani un metro.
Mariangela Gualtieri, Nove Marzo Duemilaventi
aprile 2, 2020
Commenti disabilitati su Non ti arrendere, per favore non cedere
Non ti arrendere, per favore non cedere
malgrado il freddo bruci
malgrado la paura morda
malgrado il sole si nasconda
E taccia il vento
Ancora c’e’ fuoco nella tua anima
Ancora c’e’ vita nei tuoi sogni.
Aprire le porte
Togliere i catenacci
Abbandonare le muraglie
Che ti protessero
Vivere la vita e accettare la sfida
Recuperare il sorriso
Provare un canto
Abbassare la guardia e stendere le mani
aprire le ali
e tentare di nuovo
Celebrare la vita e riprendere i cieli.
M. Benedetti, Non ti arrendere
Nota di Marilena Lucente: Non ti arrendere, per favore non cedere, l’ultima strofa di questa lunga poesia incomincia così. trovatela e leggetela tutta, c’è un verso giusto per ciascuno.
La foto si intitola “Alone” – Love at the time of the Corona virus ed è di Giuseppe Gradella Photography)
febbraio 12, 2020
Commenti disabilitati su Febbraio
FEBBRAIO
Ogni anno, mentre scopro che Febbraio
è sensitivo e, per pudore, torbido,
con minuto fiorire, gialla irrompe
la mimosa.
S’inquadra alla finestra
di quella mia dimora d’una volta,
di questa dove passo gli anni vecchi.
Mentre arrivo vicino al gran silenzio,
segno sarà che niuna cosa muore
se ne ritorna sempre l’apparenza?
O saprò finalmente che la morte
regno non ha che sopra l’apparenza.
Giuseppe Ungaretti
febbraio 12, 2020
Commenti disabilitati su Dopo tanta nebbia a una a una si svelano le stelle
Dopo tanta
nebbia
a una
a una
si svelano
le stelle
Respiro
il fresco
che mi lascia
il colore del cielo
Mi riconosco
immagine
passeggera
Presa in un giro
Immortale.
Giuseppe Ungaretti – Sereno
Bosco di Courton, Luglio 1918
gennaio 18, 2020
Commenti disabilitati su Il mio numero è 1348
Otto
Il mio numero è 1348,
fa rima con la mia età, 8.
vorrei trovare solo una via di sotto
per scappare con il mio orsacchiotto.
Qui ci sono tanti corpi,
Profanati,
Mutilati,
Insanguinati,
sono i corpi degli uomini fucilati o bombardati.
Impauriti,
Piangenti,
Malati,
Sono gli occhi di noi bimbi abbandonati.
Quel boato che rompe il silenzio tanto amato ,
quello che mi lascia solo amaro.
Quel silenzio dopo il boato,
tanto amato,
perché sembra che il mondo un po’ di speranza mi abbia dato.
Artigiani, contadini, arrotini
trattati tutti come burattini.
Per non parlare di noi bambini
che diventiamo tutti dei piccoli soldatini.
Le donne invece piangono le loro doglie,
il ritorno della famiglia sono le uniche voglie.
Boati assordanti
ed i morti sono tanti.
Quanti pianti
che all’unisono sembrano tristi canti.
Il mio numero è 1348,
fa rima con la mia età, 8.
finalmente sono in mondo silenzioso,
arrivare qui è stato abbastanza afoso,
ma finalmente non sentirò più nessun boato fastidioso.
Qui il tempo è fermo ai miei 8,
almeno però non lotto.
Nikla Cantone V E Informatica “F. Giordani” Caserta – gennaio 2020
Abbiamo già pubblicato su “GiordaniLibri” una poesia di Nikla quando frequentava la classe prima:
IL COLORE DELLA VIOLENZA
dicembre 28, 2019
Commenti disabilitati su Le persone devono cadere, radicare e crescere per poter fiorire
Questa e’ la ricetta della vita
Disse mia madre
Tenendomi tra le braccia
Mentre piangevo
Pensa a quei fiori che pianti
In giardino ogni anno
T’insegneranno
Che anche le persone
Devono
Cadere
Radicare
Crescere
Per poter fiorire
Rupi kaur
Nota di Marilena Lucente: Giorni di tradizioni, variazioni, invenzioni. In ogni ricetta c’e’ dentro un segreto e un insegnamento.
Qui, in questa poesia, l’ingrediente principale e’ l’abbraccio.
A seguire sono ammesse varianti da donna a donna. La Natura pero’ resta una grande Maestra.
In foto, una suggestiva creazione artistica di Adelaide Sorrenti.
novembre 10, 2019
Commenti disabilitati su Uno spazio di tempo lungo qualche minuto
Sbarcai una notte di maggio
in un gelido chiaro di luna
dove erba e fiori erano grigi
ma il profumo verde.
Salii piano un pendio
nella daltonica notte
mentre pietre bianche
segnalavano alla luna.
Uno spazio di tempo
lungo qualche minuto
largo cinquantotto anni.
E dietro di me
oltre le plumbee acque luccicanti
c’era l’altra costa
e i dominatori.
Uomini con futuro
invece di volti.
©Tomas Tranströmer – Pagina di libro notturno
(Traduzione di Maria Cristina Lombardi)
Tomas Tranströmer (Stoccolma, 1931), Premio Nobel per la Letteratura 2011.
Un’oscurità in cui ogni confine si dissolve, in una sinestesia a rovescio che priva del colore gli elementi naturali, che scioglie persino la convenzione universale del tempo. Un arcano universo dove il poeta cerca tracce di luce che almeno per un istante brillino in tutto quel pessimismo cosmico.
ottobre 14, 2019
Commenti disabilitati su Da noi non si pronuncia l’ultima vocale
Da noi non si pronuncia l’ultima vocale,
le parole restano sospese.
L’inverno è viern’, il resto è la stagione.
Prima e dopo sono primm’ e dopp’,
hanno più carne e ossa del presente, che è solamente:
mo’.
L’ammor’ nuosto è più tosto di amore,
più svergognata ‘a famm’ della fame,
i soldi sono ‘e sord, il soldato ‘o surdat’,
più sordo che assoldato.
Da noi il “c’è” non c’è, pero ci sta.
Nessuno ha, però ci sta chi tiene.
Da noi non piove: chiove. La pioggia non infradicia
ma ‘nfraceta, marcisce.
Il sangue è ‘o sang’ e vale meno di un bicchiere
d’acqua.
Da noi se ne devi andartene, fai che sei già partito,
pure prima di adesso, primm’ ‘e mo’.
Teniamo il verbo più veloce del mondo, andare: i’.
Se te ne devi andare, t’ n’ ia i’.
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luglio 13, 2020
Commenti disabilitati su E’ quel che è