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E’ quel che è

luglio 13, 2020

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– Poesie –

 

E’ assurdo
dice la ragione
E’ quel che è
dice l’amore
E’ infelicità
dice il calcolo
Non è altro che dolore
dice la paura
E’ vano
dice il giudizio
E’ quel che è
dice l’amore
E’ ridicolo
dice l’orgoglio
E’ avventato
dice la prudenza
E’ impossibile
dice l’esperienza
E’ quel che è
dice l’amore.
E. Fried, E’ quel che è
Nota di Marilena Lucente: Una mia amica ha questo libro su un leggio sempre aperto nella sua cucina. Da anni. Dice di averne bisogno. Non so se lo legge ogni giorno oppure le basta sapere che è lì. Forse ha qualche verso in cui rifugiarsi o si riflette nella copertina.
Anche a me piace la poesia di Fried, la semplicità dei suoi versi e la potenza dei temi affrontati.
L’amore, in questo testo, prende la parola, accoglie esitazioni, rifiuti, dubbi. Non promette niente, perché sa – altre poesie tra le pagine lo raccontano – di non poter prevenire l’infelicità, ma conosce anche quello che accade in sua assenza:
La vita sarebbe forse più semplice
se io non ti avessi mai incontrata,
soltanto non sarebbe la mia vita.
Pagina dopo pagina, scrive Fried, non c’è niente, se c’è la forza di un sentimento, immeritevole di essere vissuto.
quel
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BONGIORNO, RO!…

maggio 3, 2020

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– Poesie –

 

BONGIORNO, RO!…

Rosa, si chiove ancora
nun t’ammalincunì,
ca d’ ‘o bontiempo ll’ora
sta prossema a venì.
Nun vide? ‘E luce ‘e sole
lucene ‘e st’acqua ‘e file;
è ‘a morte d’ ‘e vviole,
so’ ‘e lacreme d’abbrile.
Ma mo cchiù ffresca e ffina
ll’aria se torna a fa’…
Meh!… A st’aria d’ ‘a matina,
Rosa, te puo’ affaccià.
Aràpe ‘e llastre: aràpe
sta vocca piccirella
addò sulo ce cape
nu vaso o na resella,
canta: chist’ è ‘o mumento;
tu cante e io, chiano chiano,
mme faccio ‘a barba e sento,
cu nu rasulo mmano.
E penzo: “’A i’ ccà; s’affaccia…
Mm’ ha visto… Mme saluta…”.
E c’ ‘o sapone nfaccia
dico: – Bongiorno, Ro’!….
Salvatore Di Giacomo

ro

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Adesso lo sappiamo quanto è triste stare lontani un metro

aprile 4, 2020

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– Poesie –

 

Questo ti voglio dire
ci dovevamo fermare.
Lo sapevamo. Lo sentivamo tutti
ch’era troppo furioso
il nostro fare. Stare dentro le cose.
Tutti fuori di noi.
Agitare ogni ora – farla fruttare.
Ci dovevamo fermare
e non ci riuscivamo.
Andava fatto insieme.
Rallentare la corsa.
Ma non ci riuscivamo.
Non c’era sforzo umano
che ci potesse bloccare.
… omissis
Una voce imponente, senza parola
ci dice ora di stare a casa, come bambini
che l’hanno fatta grossa
… omissis
Adesso lo sappiamo quanto è triste
stare lontani un metro.

Mariangela Gualtieri, Nove Marzo Duemilaventi

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Non ti arrendere, per favore non cedere

aprile 2, 2020

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– Poesie –

 

Non ti arrendere, per favore non cedere
malgrado il freddo bruci
malgrado la paura morda
malgrado il sole si nasconda
E taccia il vento
Ancora c’e’ fuoco nella tua anima
Ancora c’e’ vita nei tuoi sogni.
Aprire le porte
Togliere i catenacci
Abbandonare le muraglie
Che ti protessero
Vivere la vita e accettare la sfida
Recuperare il sorriso
Provare un canto
Abbassare la guardia e stendere le mani
aprire le ali
e tentare di nuovo
Celebrare la vita e riprendere i cieli.
M. Benedetti, Non ti arrendere
Nota di Marilena Lucente: Non ti arrendere, per favore non cedere, l’ultima strofa di questa lunga poesia incomincia così. trovatela e leggetela tutta, c’è un verso giusto per ciascuno.
La foto si intitola “Alone” – Love at the time of the Corona virus ed è di Giuseppe Gradella Photography)

coronavirus

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Febbraio

febbraio 12, 2020

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– Poesie –

 

febbraio-textFEBBRAIO
Ogni anno, mentre scopro che Febbraio
è sensitivo e, per pudore, torbido,
con minuto fiorire, gialla irrompe
la mimosa.
S’inquadra alla finestra
di quella mia dimora d’una volta,
di questa dove passo gli anni vecchi.
Mentre arrivo vicino al gran silenzio,
segno sarà che niuna cosa muore
se ne ritorna sempre l’apparenza?
O saprò finalmente che la morte
regno non ha che sopra l’apparenza.
Giuseppe Ungaretti

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Dopo tanta nebbia a una a una si svelano le stelle

febbraio 12, 2020

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– Poesie –

 

wp-1489398304088Dopo tanta
nebbia
a una
a una
si svelano
le stelle

Respiro
il fresco
che mi lascia
il colore del cielo

Mi riconosco
immagine
passeggera

Presa in un giro
Immortale.

Giuseppe Ungaretti – Sereno
Bosco di Courton, Luglio 1918

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Il mio numero è 1348

gennaio 18, 2020

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– Poesie –

 

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Otto

Il mio numero è 1348,
fa rima con la mia età, 8.
vorrei trovare solo una via di sotto
per scappare con il mio orsacchiotto.

Qui ci sono tanti corpi,
Profanati,
Mutilati,
Insanguinati,
sono i corpi degli uomini fucilati o bombardati.
Impauriti,
Piangenti,
Malati,
Sono gli occhi di noi bimbi abbandonati.

Quel boato che rompe il silenzio tanto amato ,
quello che mi lascia solo amaro.
Quel silenzio dopo il boato,
tanto amato,
perché sembra che il mondo un po’ di speranza mi abbia dato.

Artigiani, contadini, arrotini
trattati tutti come burattini.
Per non parlare di noi bambini
che diventiamo tutti dei piccoli soldatini.
Le donne invece piangono le loro doglie,
il ritorno della famiglia sono le uniche voglie.

Boati assordanti
ed i morti sono tanti.
Quanti pianti
che all’unisono sembrano tristi canti.

Il mio numero è 1348,
fa rima con la mia età, 8.
finalmente sono in mondo silenzioso,
arrivare qui è stato abbastanza afoso,
ma finalmente non sentirò più nessun boato fastidioso.
Qui il tempo è fermo ai miei 8,
almeno però non lotto.

23172616_1932891833698950_2954191891216124795_nNikla Cantone  V E Informatica “F. Giordani” Caserta – gennaio 2020

Abbiamo già pubblicato su “GiordaniLibri” una  poesia di Nikla quando frequentava la classe prima:
IL COLORE DELLA VIOLENZA il colore

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Le persone devono cadere, radicare e crescere per poter fiorire

dicembre 28, 2019

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– Poesie –

 

Questa e’ la ricetta della vita
Disse mia madre
Tenendomi tra le braccia
Mentre piangevo
Pensa a quei fiori che pianti
In giardino ogni anno
T’insegneranno
Che anche le persone
Devono
Cadere
Radicare
Crescere
Per poter fiorire
Rupi kaur
Nota di Marilena Lucente: Giorni di tradizioni, variazioni, invenzioni. In ogni ricetta c’e’ dentro un segreto e un insegnamento.
Qui, in questa poesia, l’ingrediente principale e’ l’abbraccio.
A seguire sono ammesse varianti da donna a donna. La Natura pero’ resta una grande Maestra.
In foto, una suggestiva creazione artistica di Adelaide Sorrenti.

nat

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Uno spazio di tempo lungo qualche minuto

novembre 10, 2019

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– Poesie –

 

david-friedrich

Sbarcai una notte di maggio
in un gelido chiaro di luna
dove erba e fiori erano grigi
ma il profumo verde.
Salii piano un pendio
nella daltonica notte
mentre pietre bianche
segnalavano alla luna.
Uno spazio di tempo
lungo qualche minuto
largo cinquantotto anni.
E dietro di me
oltre le plumbee acque luccicanti
c’era l’altra costa
e i dominatori.
Uomini con futuro
invece di volti.

©Tomas Tranströmer – Pagina di libro notturno
(Traduzione di Maria Cristina Lombardi)

Tomas Tranströmer (Stoccolma, 1931), Premio Nobel per la Letteratura 2011.
Un’oscurità in cui ogni confine si dissolve, in una sinestesia a rovescio che priva del colore gli elementi naturali, che scioglie persino la convenzione universale del tempo. Un arcano universo dove il poeta cerca tracce di luce che almeno per un istante brillino in tutto quel pessimismo cosmico.

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Da noi non si pronuncia l’ultima vocale

ottobre 14, 2019

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– Poesie –

 

“Da noi” – Erri De Lucanapoli

Da noi non si pronuncia l’ultima vocale,
le parole restano sospese.
L’inverno è viern’, il resto è la stagione.
Prima e dopo sono primm’ e dopp’,
hanno più carne e ossa del presente, che è solamente:

mo’.

L’ammor’ nuosto è più tosto di amore,
più svergognata ‘a famm’ della fame,
i soldi sono ‘e sord, il soldato ‘o surdat’,
più sordo che assoldato.
Da noi il “c’è” non c’è, pero ci sta.
Nessuno ha, però ci sta chi tiene.
Da noi non piove: chiove. La pioggia non infradicia
ma ‘nfraceta, marcisce.
Il sangue è ‘o sang’ e vale meno di un bicchiere
d’acqua.
Da noi se ne devi andartene, fai che sei già partito,
pure prima di adesso, primm’ ‘e mo’.
Teniamo il verbo più veloce del mondo, andare: i’.
Se te ne devi andare, t’ n’ ia i’.

 

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