Il lungo viaggio per sentirsi a casa

giugno 24, 2018

Canzoni

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– Canzoni –

 

Il cielo lo reggono ancora i miei difetti
le mani si incastrano e formano grattacieli
le scuse attaccale bene così non cadi
le unghia affilate resistono tagliando i vetri
e asciugami i pensieri
col fiato degli ultimi alberi
accendimi di notte
le insegne dei più bei ricordi
concedimi la pace
dei treni senza più rimorchi
e puntami negli occhi
come un tram a fari spenti
investimi di luce
se non mi vedi ancora in piedi

Sei tu la mia città
Sei tu la mia città
che mi spaventa quando è sera
e mi addormenta la mattina
e mi ricorda di esser tanti
uno solo in mezzo a tanti
quando hai voglia di sentire
addosso il brivido degli altri

Negramaro, Sei tu la mia città

Nota di Marilena Lucente: “La strada si aggroviglia nei tuoi capelli”. Incomincia così questa canzone che spinge a cercare la città, quel luogo, quella strada, quegli occhi che possiamo chiamare “la mia città”.
L’appartenenza come ricerca, ma anche come esperienza.
Il lungo viaggio per sentirsi a casa, e per trovare il punto in cui farsi soffiare nel mondo come se fosse vento.
La Storia è vento che non si può fermare. A dispetto delle parole terribili di questi giorni.
“e sciogliti i capelli/ del fango solo se ci riesci/ allacciami i tuoi dubbi/ alle scarpe se poi tu non mi credi, se non mi credi”, la prima strofa finisce così.

la mia città

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